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La Chiesa di Don Camillo

In tantissimi quando passate dal nostro Negòsi in Piasa di Brescello ci ponete questa domanda:

“Siamo stati in Chiesa, ma siamo sicuri che l’interno sia lo stesso dei film?”.

Con questo articolo chiariremo una volta per tutte la vostra curiosità!

Innanzitutto, quella che è passata alla storia come la “Chiesa di Don Camillo “ è la chiesa di Santa Maria Nascente della parrocchiale di Brescello, diocesi di Reggio Emilia-Guastalla e fa parte del vicariato della Pianura.

La chiesa venne ricostruita tra il 1829 e il 1837 al posto dell’antica cattedrale medioevale, già sede della diocesi di Brescello.

La facciata, dominata dal campanile del 1896, è adornata da due statue della Vergine e del santo patrono Genesio, opere di Innocente Franceschini, collocate nel 1899 ai lati del corpo centrale della facciata.

Il campanile ospita un concerto di 5 campane.

L’esterno della Chiesa, che si vede in tutti e 5 i film con Fernandel e Gino Cervi, è praticamente invariato rispetto a quello che si vede anche oggi.

L’unica modifica che venne imposta dalla produzione fu l’introduzione di un pronao esterno che fu costruito in cartongesso per i primi tre film, e ogni volta smontato dalla troupe al termine delle riprese.

L’interno, e qui veniamo alla fatidica domanda, per i primi tre film non fu quello originale della Chiesa di Santa Maria Nascente di Brescello.

Quello che vediamo nei primi tre episodi della saga è una ricostruzione in un set di Cinecittà.

Dobbiamo ricordare che siamo in un paese cattolico negli anni 50, il Vescovo proibì categoricamente che si potessero girare le scene dei film (e che film) all’interno di un luogo sacro della sua diocesi.

Da li la scelta della produzione di ricostruire e girare il tutto a Roma.

Le cose, per svariati motivi, cambiarono per il quarto e quinto film.

Il primo fu un maggior permissivismo da parte della diocesi di Reggio Emilia, il secondo fu che le scene girate all’interno della Chiesa negli ultimi due film calarono molto.

L’ultimo, ma non meno importante motivo, fu che Angelo Rizzoli, per “imbuonirsi” il vescovo decise di costruire a sue spese e regalare alla parrocchia di Brescello il pronao in muratura che avrebbe altrimenti dovuto ricostruire ogni volta in cartongesso.